Morire a norma di legge

13 mag 2008



Per lungo tempo le mie conferenze, quelle che tenevo per raccogliere i fondi per ricomprare il microscopio e che, probabilmente, sarò costretto a riprendere, s’intitolavano “Morire a Norma di Legge”.

Il titolo non era mai piaciuto ai politici di ogni ordine e grado, anzi, a quelli che noi, equivocando un po’, magari trascinati dalla lucida e fascinosa facondia di statisti del calibro di Gasparri, ci ostiniamo a chiamare politici, ma io quel titolo continuavo a tenermelo. Se allora “Morire a Norma di Legge” poteva suonare ad effetto e basta, ora, e devo aggiungere purtroppo, non è più nemmeno profetico ma è diventato in tutto e per tutto attuale.

Già l’ente che dovrebbe curarsi dell’ambiente per conto dell’apparato statale aveva dato prova di sé in più di un’occasione, prendendosi allegramente gioco di tutti coloro che dovrebbe salvaguardare e che, per soprammercato, pagano gli stipendi ad una pletora di dipendenti, aprendo anche qualche carriera politica ai funzionari ubbidienti.

Noi ci fidiamo, ed ecco che ci arrivano “rassicurazioni”: i roghi in fabbrica non producono inquinanti (non serve nemmeno fare analisi), i liquami tossici sparsi per anni nelle campagne non sono nemmeno degni di osservazione, le costruzioni o i raddoppi degl’inceneritori sono da benedire perché così l’aria è sempre più pulita, bruciare porcherie nelle centrali a biomasse è uno scherzo simpatico e via di questo passo. Già eravamo stati ipnotizzati da tutta la casta, da Veltrusconi a Di Pietro, da Matteoli a Bersani: inquinare ingrassa. Un assunto che ci sta tutto. Resta da vedere chi è che s’ingrassa. Già l’agonizzante

Prodi, naturalmente con il placet del rampante Silvio in subentro, aveva trasformato con un tocco magico di burocrazia le micidiali “ecoballe” campane demenziali e fuorilegge in combustibile milionario e, dunque, sano per ordine superiore. Già eravamo stati tranquillizzati da quel formidabile businessman in camice bianco graziosamente assurto al rango di scienziato di regime che ci fa segno “zero” con le dita quando gli si chiede quanto pericoloso sia fare falò dell’immondizia e respirarsene i fumi.

Adesso si deve completare l’opera: tutti i dati relativi alla piromania di stato diventano d’importanza strategica e, dunque, segreti. Ancor più segreti di quanto non fossero prima. Se non altro, così non ci sarà più bisogno di taroccarli.

Tanto per fare il punto della situazione, può bastare un episodio. Un amico di Roma, il dott. Salvatore Damante, si occupa da anni di problemi ambientali. Per questo suo hobby, il dottore si è attrezzato con un po’ di apparecchiatura e si diverte a raccogliere campioni dell’aria romana e a condividere i risultati di quanto ci trova dentro soprattutto con il Comitato Malagrotta, quello della discarica da record, di cui è collaboratore. Ultimamente i rilevamenti, condotti con un apparecchio controllato confrontandone i risultati con quelli ufficiali delle centraline romane, sono stati eseguiti nella zona di Valle Galeria. Nel luglio 2007 il dottor Damante andò dall’allora sindaco Veltroni (sarebbe tragicomico se lo si dovesse rimpiangere) per informarlo dei risultati, ma il gemello alto del gemello basso rifiutò di prendere in considerazione i dati, dati che, probabilmente, non avrebbe nemmeno compreso, ma di questo non si può essere certi. Lui si fida solo dell’ARPA. Non è una battuta: è proprio il Veltroni-pensiero.

Ora la sorpresa, ma mica poi tanto: il dottor Damante non può campionare l’aria. È vietato e basta. È la legge. Di chi? Ma della casta, naturalmente. Dunque, chiunque si faccia prendere dallo sfizio di sapere che cosa diavolo respira o, magari, peggio ancora, che cosa diavolo mangia non può farlo, pena l’arrivo dei gendarmi che riporteranno la “legalità”.

Così, cari italiani, beccatevi tutte le porcherie benedette da chi avete rispettosamente gratificato con i vostri voti e statevene zitti e buoni. Da oggi nessuno potrà più ficcare il naso in quelle che sono le conseguenze più tragiche del business dei rifiuti. Schiattate tutti sì, ma in letizia e a norma di legge!

Scritto da Stefano Montanari(http://www.stefanomontanari.net/)

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Pubblicato da Faber alle 12:34  
3 commenti
Fabio ha detto...

Chiedo venia, ma quale sarebbe l'articolo di legge che vieta tale campionamento? Se davvero una legge del genere esistesse, ho ragione di credere che sarebbe alquanto incostituzionale!

Lumi, per piacere!!

13 maggio 2008 alle ore 13:10  
Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
13 maggio 2008 alle ore 16:22  
Anonimo ha detto...

x Fabio

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973&Itemid=34

13 maggio 2008 alle ore 16:44  

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