“Per il Bene Comune” ricorda Anna Stepanovna Politkovskaja

8 ott 2008



“Certe volte le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano”: correva il dicembre del 2005 quando Anna Stepanovna Politkovskaja, consapevole del destino che la stava per attendere, decise di lasciare il suo testamento spirituale durante una conferenza sulla libertà di stampa, organizzata a Vienna da Reporter Senza Frontiere. “Non sono la sola ad essere in pericolo e ho esempi che lo possono provare”, ammonì, specificando in un suo saggio di non sentirsi “un magistrato inquirente", ma piuttosto "una persona che descrive quello che succede a chi non può vederlo, dal momento che i servizi trasmessi in tv e gli articoli pubblicati sulla maggior parte dei giornali sono quasi tutti di stampo ideologico". Giornalista e scrittrice da sempre in prima linea per la difesa dei diritti umani, nei suoi articoli per “Novaja Gazeta”, quotidiano di ispirazione liberale, la Politkovskaja ha condannato apertamente Esercito e Governo russo per lo scarso rispetto dimostrato verso i diritti civili, in Russia, così come in Cecenia. E le stesse condanne la nota giornalista le ha espresse nei suoi libri, fortemente critici sull’operato delle forze militari russe in Cecenia, Daghestan ed Inguscezia. Nonostante le numerose minacce ricevute, che nel 2001 la costrinsero addirittura a nascondersi a Vienna, Anna Politkovskaja ha continuato sempre ferma nel suo lavoro, arrivando a scrivere: “Sono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista e della pubblicazione all'estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno. A Mosca non mi invitano alle conferenze stampa né alle iniziative in cui è prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino: gli organizzatori non vogliono essere sospettati di avere delle simpatie per me. Eppure tutti i più alti funzionari accettano d'incontrarmi quando sto scrivendo un articolo o sto conducendo un'indagine. Ma lo fanno di nascosto, in posti dove non possono essere visti, all'aria aperta, in piazza o in luoghi segreti che raggiungiamo seguendo strade diverse, quasi fossimo delle spie. Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci”.
Anna Politkovskaja è stata uccisa il 7 ottobre 2006 nell'ascensore del suo palazzo a Mosca. Fin da subito la pista seguita dagli investigatori è stata quella dell'omicidio premeditato ed operato da un killer a contratto, ma il mandante ancora oggi è sconosciuto. Due giorni dopo la sua morte l’editore della “Novaja Gazeta”, Dmitry Muratov, ha dichiarato che la nota giornalista stava per pubblicare un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene. Ai funerali della Politkovskaja non era presente nessun rappresentante del governo russo.

Nell’anniversario della morte “Per il Bene Comune” rende omaggio alla memoria di Anna Stepanovna Politkovskaja, esempio di giornalismo puro, coraggioso e non schierato, a difesa dei diritti umani.

scritto da Marco Finelli

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Pubblicato da Faber alle 13:37  
2 commenti
Emergenza Democratica ha detto...

"RI-PROPOSTA"...

Vi ricordate, fra gli altri, il nostro post di lunedì 31 marzo 2008, intitolato "PROPOSTA "UFFICIALE"?
Chi non lo ricorda oppure chi non l'ha proprio letto può cliccare su http://emergenzademocratica.blogspot.com/2008/03/proposta-ufficiale.html per andare a leggerselo...

... Fatto?
Bene, quindi ora vi chiediamo: dopo parecchi mesi da quando fu scritto e dopo quello che è successo e ciò che sta succedendo, vi sembra davvero ancora un'idea completamente "ASTRUSA"?
E' perfino ovvio che a tutti quelli in "MALAFEDE", ossia a quelli che hanno tutto da "PERDERE" (senza stare ora qui di nuovo a dire o ad approfondire "COME" si siano procurato tutto quello che posseggono) una proposta simile apparirà a dir poco "OSCENA" e proveranno sicuramente a spacciarla come "IRREALIZZABILE" perché "UTOPISTICA"; ma coloro i quali hanno un minimo di "ONESTA'" e di "LOGICA" sanno (perché lo sanno e lo sappiamo che lo sanno) che è probabilmente l'unica scappatoia che rimane per poter "CAMBIARE" completamente questa società in maniera "INCRUENTA", senza arrivare alla solita estrema razio che il "POTERE" utilizza da sempre per i propri schifosi fini utilitaristici: la "VIOLENZA", le "ARMI" e la "GUERRA".
Quelli in "MALAFEDE" e gli "IRRAZIONALI" continuino pure a pensarla come vogliono, ma si accorgeranno (forse perfino a breve, e lo scriviamo "PRESUNTUOSAMENTE") che anche su questo noi di E.D. avevamo, abbiamo e avremo ragione...

9 ottobre 2008 alle ore 07:06  
Sergio Mazzanti ha detto...

Grazie Marco Finelli per il bell'articolo, raro caso di serietà anche formale nei confronti di un paese spesso male interpretato in occidente.

24 ottobre 2008 alle ore 20:26  

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