Il grugnito del Minotauro

23 feb 2008











Non ricordo nemmeno più chi l’abbia detto, chi dei due mostruosi genitori dell’ancor più mostruoso Veltrusconi, quella sorta di vorace Minotauro, tecnicamente e indisputabilmente una testa di manzo, che sta imperversando su e giù per lo Stivale, un po’ in corriera e un po’ in TV. Chiunque dei due fosse, il concetto era: “Si governa molto meglio se siamo solo in due, senza tutti quei partitini…” E certo: e meglio ancora da soli, si governa, come hanno sempre fatto tutti i dittatori degni di questo nobile nome. Comunque, anche in due non è poi così male, soprattutto quando, invece di addizionarsi ci si moltiplica e, invece di una contrapposizione, ne esce una straordinaria sinergia. Si sono fatti due begli squadroni, magari un po’ bislacchi, con Capezzone e Giovanardi che si abbracciano dimenticando aborto e spinelli, con Di Pietro nell’altro schieramento che s’impegna in una specie di tango figurato dicendo tutto e il contrario di tutto, avanti e indietro, proprio come un tangueiro delle milonghe, un Giano con la faccia ecologista, quella finta, e una, stavolta vera, che guarda ai suoi Borghesi e Misiti, eroi dell’inceneritorismo (vedi il monumento azzurrissimo di Brescia che di Misiti è una gloria personale) e, soprattutto, guarda i suoi compagnucci di strada, tra vecchi scudi crociati in disarmo e falci e martelli arrugginiti, che nell’inquinamento sguazzano giulivi. E adesso entra in gran pompa pure lui, il mitico professor Veronesi a regalare certezze scientifiche al Minotauro. Lo avremo in parlamento e da lì benedirà urbi et orbi tutte le ciminiere del Paese, magari, chissà, scomunicando definitivamente il truce basilico. E i radicali orfani di
Capezzone berlusconizzato? Tutti con il PD e con la signorina Bonino che ha ricevuto la promessa di un ministero. Quale? Che importa? Ambiente, Difesa, Salute, Istruzione, Interni, uno inventato di sana pianta… Competenza? Ma via: l’importante è mettere il sedere sopra una poltrona. Poi c’è un’altra squadretta: quella degli arcobaleno. Ci sono i Verdi, lì dentro, con Pecoraro che piange sull’ambiente devastato. Poi, in periferia, i verdi verniciati dell’ambiente s’infischiano bellamente. E tra gli arcobaleno c’è Bertinotti che dell’ambiente conosce quello bene di Parigi e il resto gli sfugge. E poi, ansimando, arrivano i fastidiosi “partitini”. Tanti. L’ambiente? Non pervenuto. Ma se i libri di biologia dicono che se distruggi l’ambiente in cui vivi sei destinato ad estinguerti… Roba vecchia! L’ambiente è un pozzo di san Patrizio che va spremuto e guai a metterci le mani per tentarne una difesa. Insomma, i “partitini” non fanno paura perché di occupano d’altro. Non fanno paura a meno che non s’impiccino proprio dell’ambiente. E, se lo fanno, il Minotauro grugnisce (sì, ha la testa da bovino ma nell’anima è un maiale), senza che gli arcobaleni muovano un dito. Che cosa è successo? Partiamo dalla Costituzione. Dall’articolo 49 che dice: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” Forti di questa sicurezza, abbiamo messo in piedi un “partitino” che, forse bizzarramente, pretende di far togliere la mani da questo benedetto ambiente, e di farlo senza compromessi, senza eccezioni al centro o in periferia e senza concessioni a chicchessia. Gli abbiamo dato anche un nome: PER IL BENE COMUNE. Il senatore Fernando Rossi, cacciato dal suo vecchio partito perché aveva peccato gravemente pretendendo di essere coerente e di usare il buon senso e l’onestà, è il fulcro del gruppo. Strani come siamo, nessuno di noi si è portato appresso le filosofie paleo-novecentesche ormai confinate ai libri di storia, e così ci siamo ritrovati a condividere le idee con chi si è svegliato, dai monarchici ai comunisti. Ora, ci siamo detti, c’è una barca dantescamente senza nocchiero in gran tempesta da portare a riva, viviamo in una camera a gas che si sta velocemente saturando, e non è il momento per perdersi in chiacchiere stupide. Siamo tutti d’accordo: bisogna pulire l’ambiente, e con l’ambiente le coscienze. Facile? Mica tanto! C’è un sacco da lavorare perché da lì, dall’ambiente, si arriva forzatamente a fronteggiare tanti problemi diversi, dalla ricerca assente alla corruzione dilagante in ogni angioletto della vita pubblica, dall’istruzione in sfacelo alla sanità in abbandono. Beh, lo vedete: un partito del genere dà fastidio. E non perché porta via voti, ma perché turba le coscienze. Magari va a finire che qualcuno si accorge che questo è davvero il secondo polo e Veltrusconi, diviso solo per chi è disposto a cascarci, è l’altro. E se qualcuno si accorgesse che non è fatalisticamente vero che si debba campare per forza rapinati nel portafoglio e nella salute? Insomma, una pulce importuna. Dunque: va schiacciata subito prima che si riproduca. E qui grugnisce il Minotauro. Il Consiglio dei Ministri stabilisce che chi è già rappresentato in Parlamento non deve raccogliere le firme, un impegno costoso e gravoso, per costituire un partito. C’è un’eccezione: noi. Noi il rappresentante ce l’abbiamo: è Nando Rossi, senatore. Beh, facciamo che allora ce ne vogliono due, decreta il Minotauro. La Costituzione? Ma mi faccia il piacere! Già abbiamo passeggiato sugli articoli 32, 56 e 58, figurarsi se ci fa impressione il 49! Insomma, per noi del “partitino” la Costituzione non si applica. Purtroppo ci è impossibile apparentarci con altri parlamentari per fare due: noi non abbiamo “giri” con i soldi pubblici, non facciamo giochetti di potere, non siamo disponibili a compromessi dietro il paravento e, dunque, che cosa pretendiamo? E poi, rifiutando di attirare voti con la promessa di un posto di lavoro (in realtà, di uno stipendio perché del lavoro se ne può fare a meno), della concessione di un appaltino, di una pensione d’invalidità a qualcuno che scoppia di salute… Sì, è vero: siamo troppo fuori dal coro. Così raccoglieremo le firme con sangue, sudore e lacrime, non riusciremo a raggiungere il risultato in tutte le regioni e, in più, non avremo mai i voti di tutti coloro che vanno a piangere in TV perché il sistema politico li rapina e li fa ammalare ma che poi, nel segreto della cabina, metteranno la crocetta su chi fa arrivare loro un piccolo, presunto privilegio. Pensate quanto siamo fessi: Nando Rossi si presenta per il Senato, dove, a differenza di quanto accade per la Camera dove la soglia è al 4%, occorre superare lo sbarramento dell’8%. Un obiettivo che è più che un miraggio. Vada come vada, questo impegno, per gravoso che sia, sarà di enorme utilità: vedremo se davvero l’Italia sta tanto male o se, in fondo, va bene così. E io vedrò se tutte le chiamate che ricevo per avere un soccorso non sono altro che un innocente passatempo. Se qualcuno vuole dare una mano, chiami Monia Benini (338 2365168) e lo faccia subito perché non c’è tempo per le chiacchiere.

Stefano Montanari

da: www.stefanomontanari.net

Pubblicato da Faber alle 17:33  
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