Poco dopo la scoperta di mia moglie, quella del 1997 che diede inizio alla nuova disciplina delle nanopatologie, mi accorsi di quanto delicato fosse l’equilibrio che regola il mondo: una scoperta scientifica avvenuta in un piccolissimo laboratorio di un’università certo non annovarabile tra le più prestigiose poteva influenzare il mondo intero.Chi ricorda la relazione del fisico Edward Lorenz del dicembre 1979 alla conferenza dell’American Association for the Advancement of Science, potrà trovare somiglianze curiose: allora lo scienziato, parlando della teoria delle catastrofi, sostenne, magari un po’ paradossalmente, come un battito d’ali di farfalla in Brasile potesse scatenare una tromba d’aria in Texas a causa della catena di eventi che questo atto, così apparentemente insignificante, innescava. Per noi la tromba d’aria arrivò tra sberleffi, calunnie, mobbing e altre manifestazioni che taccio per pietà verso questo Paese che, in fondo, amo.Sorprendentemente, almeno per noi, una scoperta che era scientifica e basta comportavauna scossa a tanti equilibri diversi e inaspettati che andavano da meschini interessi di bottega all’interno dell’accademia, su fino a interessi dell’industria farmaceutica, alimentare, automobilistica, petrolifera e chi più ne ha, più ne metta, su ancora a interessi politici, fino, addiritura, a interessi militari.Difficile crederci, se non si capita dentro questo girone infernale.Piano piano, però, come sempre accade, in qualche modo ci si fa il callo, si riesce a convivere con la malattia, e si trovano anche delle contromisure più o meno efficaci.Credo che in molti, almeno tra i frequentatori di questo blog, conoscano a grandi linee, magari con qualche inesattezza o anche qualche malinteso, la storia che ha visto mia moglie e me come del tutto involontari protagonisti, e, per chi non la conoscesse, c’è il libro “Il Girone delle Polveri Sottili”.Insomma, tralasciando una storia lunga e complicata, mi sono accorto che parecchi dei guai che vedevamo, e, sempre di più, vediamo sotto il microscopio, nell’ambiente e, quel che più conta, nella carne malata della gente e nelle malformazioni di molti bambini, aveva ed ha un’origine in scelte politiche scriteriate, in stridente contrasto con le leggi naturali dalle quali nessun essere potrà mai sfuggire.Da lì la decisione, certo non presa a cuor leggero, di approntare una lista - un partito, se non si ha ipocritamente paura delle parole - per cercare di ripristinare il buon senso che la Natura richiede, a pena di sanzioni molto più severe di quanto molti non pensino. E con questa lista chiamata PER IL BENE COMUNE mi rendo, insieme a uomini di buona volontà, disponibile a rappresentare tutti gli uomini di buona volontà che hanno capito la necessità inderogabile di invertire la rotta. Va da sé che il programma è tutt’altro che limitato al solo ambientee alla sola salute, avendo, per esempio, il ripristino del rispetto della Costituzione, regolarmente calpestata, tra i suoi obiettivi prioritari.Di fronte ad un programma che prevede il ritorno del cittadino al comando delle operazioni di guida della casa comune, come, peraltro, prescritto e promesso dalla Costituzione, mi aspetto parecchio consenso. So, tuttavia, che un obiettivo del genere va a turbare quegli eliquilibri delicatissimi di cui sopra, gli equilibri di chi, tramite un potere di cui si è abilmente e pazientemente, ma illegittimamente, impadronito. E, allora, vista la levatura morale di questi personaggi, sapevo fin da principio di aspettarmi una raffica di tiri mancini.Bene, ci siamo quasi. Quando non c’è modo di controbattere sul piano logico un avversario che, magari, ti ha pescato con le mani nella marmellata, specie quando questo avversario porta prove scientifiche inconfutabili e quando il povero, italianissimo “lei non sa chi sono io” diventa un boomerang, se le regole del gioco sono quelle di non avere regole, ecco che si ricorre al più antico, al più a buon mercato e al più efficace degli espedienti: la calunnia. Se, poi, si hanno a disposizione i cosiddetti media, il gioco moltiplica non solo la sua facilità ma anche la sua efficacia.Poco, anzi, nulla, importa se i pochi fatti sono mostruosamente distorti e il resto è una macedonia di pura invenzione e di fatti artatamente ignorati: la gente è disposta a bersi qualsiasi cosa, pur di godersi lo spettacolo di una pubblica esecuzione.“Give a dog a bad name and hang him” è un vecchio proverbio inglese che, tradotto, potrebbe suonare: “affibbia una cattiva reputazione a un cane ed impiccalo.” Se si riesce - ed è facile, disponendo dei mezzi giusti - a far passare una calunnia, sarà la gente stessa ad impiccare il meschinello.Insomma, come dicono gli adesivi su certi camion, “stiamo lavorando per voi”. I media di regime stanno approntando un menu appetitoso pre-elettorale in cui io costituisco il piatto forte.In fondo, è in qualche modo consolante, visto che, in barba alla grottesca regola della par condicio, tutti i candidati premier impestano con la loro presenza TV, radio e giornali e della nostra lista non si fa menzione. Attraverso il veleno di qualche pennivendolo cui è stata promesa una mancia, qualcuno verrà a sapere che esistiamo.
Stefano Montanari