La “polpa” dei rifiuti

8 lug 2008



Credevo fosse un refuso di stampa (LA REPUBBLICA 2 luglio 2008) quando leggo la dichiarazione di Fortini (ASIA) : “alla fine del disastro, la “polpa” (credevo fosse colpa) dei rifiuti non va ad aziende i cui azionisti sono i cittadini di Napoli, ma ad aziende di altri territori” .
Di cosa siano gli inceneritori, delle loro dimensioni anche in rapporto alle necessità reali rispetto alla loro certa capacità di inquinare ed emettere sostanze nocive nell’aria di una città come Napoli, che già detiene il poco invidiabile record nazionale di città con la maggiore incidenza annua di tumori al Polmone (+ 25-30% rispetto a tutta Italia) , con 9 nuovi casi al giorno rispetto ai 15 di Milano (che però conta una popolazione oltre tre volte maggiore), nessuno più parla, nessuno più discute.

Non era, purtroppo, un refuso di stampa: unica preoccupazione (anche legittima) dei gestori della ASIA è quella di non fare perdere al Comune di Napoli “la polpa dei rifiuti” garantita dalla truffa degli incentivi CIP6 indirizzati non a energie rinnovabili vere, ma agli inceneritori .
La curiosità allora di fare un piccolo conticino, da massaia berlusconiana, sulla quantità di questa “polpa” dei rifiuti da incenerire, diventa d’obbligo.
Utilizziamo come riferimento i dati certi forniti dal Presidente del Consiglio su Acerra: gara da fare da 4.5 miliardi di euro per venti anni per un inceneritore di portata decretata di 600.000 tonnellate/anno (tra i più grandi di Europa), circa 2000 tonnellate al giorno.

Come confronto il dato di guadagno lordo del più grande centro commerciale campano : Il Vulcano Buono, che rende circa 1 milione di euro lordi al giorno.
Note quindi le “portate” proposte anche per gli altri inceneritori, ne consegue che , al giorno, gli inceneritori (di portata almeno doppia rispetto al necessario, rendono quanto segue:
1)Acerra: oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
2)Salerno : oltre 650.000 euro al giorno per venti anni
3)S. Maria La Fossa : oltre 450.000 euro al giorno per venti anni
4)Napoli: da 100.000 a 400.000 euro al giorno per venti anni , a seconda delle dimensioni che si deciderà di fare.
5)Almeno una ulteriore decina di “inceneritori a biomasse” sovradimensionati sparsi per la Campania coi Piani Paser : circa 1.5 Milioni di euro al giorno
Siamo ad un totale di oltre 3.5 MILIONI di euro al giorno, pressocchè netti, per impianti che produrranno anche circa 1 Milione di tonnellate/anno di ceneri tossiche per circa venti anni da stoccare in Campania.

Siamo al guadagno netto di circa dieci “Vulcano Buono” al giorno!
Un ottimo affare, è certamente abbondante la “polpa” dei rifiuti inceneriti!
A queste condizioni mi sembra proprio il minimo, e molto ovvio, che i sette ottimi impianti tedeschi di cosiddetti CDR ma in realtà di TMB (trattamento meccanico biologico a freddo) già presenti ma non funzionanti in Campania devono continuare a non funzionare, come ha scoperto l’assessore Ganapini, e che gli impianti di compostaggio , a basso costo, necessari per trattare l’umido, non si faranno mai in numero congruo rispetto al bisogno reale.
Ma, con tali portate previste per tali impianti (oltre 2 milioni di tonnellate/anno), una volta bruciate le ecoballe in tre anni, gli altri diciassette anni, per oltre la metà della loro inquinante portata , questi inceneritori cosa bruceranno? Certamente materiale che non proviene dalla regione Campania.

Ne consegue quindi che circa il 50% per cento delle ceneri tossiche di tali impianti sovradimensionati, cioè circa 500.000 tonnellate/anno per venti anni di ceneri tossiche di materiale non campano, dovrà essere seppellito in Campania in tutte le discariche disponibili, da Chiaiano a Serre, come già indicato nei codici CER previsti nel decreto legge del maggio scorso, e resterà per sempre nelle nostre terre, dopo averci per venti anni inquinato la nostra aria già abbondantemente inquinata .Diventa altrettanto ovvio quindi che abbiamo necessità di discariche ancora più numerose ed ampie delle già previste, e per ospitare al 50% ceneri tossiche non campane.

Ho formulato una precisa proposta di moratoria sulle portate degli impianti : tutti a non oltre le 200.000 tonnellate/anno, in media europea perfetta!
Quattro inceneritori da non oltre le 200.000 tonnellate/anno è di fatto la riproposizione del cosiddetto “Piano Rastrelli” (= 5 da 150.000) .
Perche’ oggi sembra invece che, chi, come me, lo fa presente, viene considerato quasi un pericoloso sovversivo?

Perchè si devono bruciare tutte le ecoballe in soli tre anni, dopo che esse hanno già percolato i loro veleni da oltre venti anni? E dopo tre anni, cosa si brucerà?
Sia chiaro a tutti che costruire impianti di incenerimento superiori alla media europea di 200.000 tonnellate/anno significherà solo:
a)l’ennesimo gravissimo danno alla salute dei cittadini campani tutti;
b)la legalizzazione all’ingresso in regione Campania di almeno un milione di tonnellate anno di materiale da incenerire proveniente da altre regioni;
c)la necessità di disporre di discariche per non meno di venti milioni di tonnellate di pericolosissime ceneri tossiche che saranno interrate nelle nostre terre. Almeno la metà di tali ceneri tossiche non sarà neanche di provenienza campana. Il tutto per garantire a pochi, (e neanche campani?) , una “polpa” dall’incenerimento dei rifiuti pari ad oltre 3.5 milioni di euro al giorno netti per venti anni .

Come cittadino campano, come medico, come cattolico, come difensore civico, io ho il dovere di formulare e diffondere queste considerazioni, affinché non si possa mai affermare che responsabilità storiche di evidenti decisioni scellerate, a danno della Campania, siano state assunte senza adeguata conoscenza dei fatti.

Napoli li 4 luglio 2008

Antonio Marfella
Tossicologo oncologo
Difensore Civico
Assise di Palazzo Marigliano

Pubblicato da Faber alle 11:06  
1 commenti
Anonimo ha detto...

Non sono daccordo con Marfella, e gli ho appena scritto al riguardo.

Con le mediazioni al ribasso
non si risolve il disastro Campano.

Ci si è già provato dieci anni fa, e si è ottenuto il sovradimensionatissimo inceneritore di Brescia.

Ci sono zone di Milano che da DIECI ANNI non superano il 40% di raccolta differenziata perchè per contratto si deve alimentare gli inceneritori, Silla 1 e adesso Silla 2.

Le attuali conoscenze, organizzazioni e tecnologie, sono bastanti per un Piano rifiuti campano senza bruciare nulla. Nulla.

Le ecoballe presenti sul territorio, ottenute fuori norma e fuori specifica, vanno riprocessate in trattamenti a freddo.
Quanto costa? Moltissimo.
Infatti la fattura va mandata all'Impregilo e ai vari Bassolino che hanno permesso questo disastro con omessi controlli (e chissàcosaltro quando la Magistratura si pronuncerà in merito).

Il mio sito è sempre a disposizione sul da farsi, e se non trovate qualcosa, col suo sistema di link con ogni probabilità lo trovate lo stesso. Basta avere la pazienza di cercare.
Roberto Pirani
www.buonsenso.info

12 luglio 2008 alle ore 15:31  

Posta un commento