Forza Ilaria

6 mag 2008



Certo, in tre ore e mezzo di trasmissione si poteva fare meglio, ma, accidenti, che differenza!
Per la prima volta ieri sera LA7, una TV che trasmette su tutto il territorio nazionale, non ha servito in tavola il solito nauseabondo menu di casta sui “termovalorizzatori” ma ha dato spazio anche alle voci contrarie. E se si dà spazio, anche poco, a chi ha argomenti solidi, ecco che personaggi come Matteoli, come Fortini o come Realacci ne escono a pezzi. Né la scampano i vari Veltroni, Berlusconi, Alemanno e Bersani andati in versione registrata, e la riproposizione di quello sketch da cabaret di Veronesi da Fazio comincia finalmente ad assume il suo significato vero.
Cominciamo da ciò che è mancato. Per ragioni misteriose nessuno ha mostrato due conti sullo spreco immane di energia se si pretende di ricavarla in quella maniera così assurda. Nessuno ha spiegato come funziona un inceneritore, che cosa entra e quanto, che cosa esce e quanto. Nessuno ha parlato dei filtri, comunque siano concepiti, di che cosa effettivamente filtrano e di qual è la sorte del pochissimo che viene catturato. Nessuno ha calcolato il contributo enorme all’inquinamento che danno i tantissimi cementifici che bruciano quantità largamente ignote delle porcherie più immonde facendo finta di nulla, tanto che nessuno li fa entrare nel conto degl’inceneritori come in effetti sono. E le centrali a biomasse, fasulle come provano i fatti? Nessuno ha detto dei rifiuti tossici che vengono mescolati al cemento o ha sottolineato il problema delle ceneri ficcate in discarica e classificate come “inerti” (e a questo aggettivo, frutto dell’imbecillità burocratica, a me viene da ridere). Nessuno è entrato appena un po’ più nel dettaglio - un dettaglio fondamentale, perché, se non esistesse, ci sarebbe poco su cui contendere - delle malattie da inceneritore, che non sono solo i cancri ma sono, e in assai maggior misura, le malattie cardiovascolari. Poi ci sono le malattie del sistema endocrino, quelle del sistema nervoso e le malformazioni fetali. Chi ne ha
accennato? Se, prima di allestire il programma, qualcuno avesse voluto un po’ di documentazione di prima mano e, a costo di sorprendere Veronesi, d’avanguardia, non avrebbe avuto che da chiedermela. Per inciso, le indagini sul rabdomiosarcoma prostatico del ragazzino di cui parlava la sua mamma le abbiamo fatte noi, a nostra cura e spese, ma del che si è preferito tacere anche se, magari, qualcosa d’interessante avremmo potuto dire. E, per finire, nessuno ha pensato alla cosa più ovvia: mostrare a forza d’immagini, oltre Vedelago, che cosa si fa dove i Matteoli non allignano: per portare un paio di esempi tra i tanti possibili, a San Francisco o a Seattle, dove d’inceneritori non esiste nemmeno l’ombra, dove si dà lavoro a tantissime persone che differenziano correttamente l’immondizia, e dove, con questa tecnica, si guadagna fior di quattrini. Il tutto senza inquinare, naturalmente.
A margine, dirò che Paul Connett ha calcolato che, applicando i sistemi di cui sopra, a Brescia i lavoratori che oggi sono impegnati sull’inceneritore cambierebbero mansione passando da poco più di una settantina a 3.000, si guadagnerebbero soldi invece di sottrarli alla comunità, si risparmierebbero risorse, e si eviterebbe la tragedia dell’inquinamento, quell’inquinamento e quella tragedia che il medico (!) verde (!) assessore all’ambiente (!) bresciano Ettore Brunetti nega, istillando più di un dubbio sulla sua preparazione, così come non può che accadere per l’altro ineffabile personaggio Carmelo Scarcella, funzionario dell’ASL locale.
Veniamo ora a ciò che c’è stato. Finalmente qualcuno, e proprio da LA7 che lo sponsorizza, ha fatto notare, seppure in modo tanto veloce e delicato da risultare forse difficile da cogliere, come Veronesi sia del tutto incompetente e disinformato sulla materia che ha, in veste di testimonial di chi sostiene le spese della sua opulenta fondazione (http://www.fondazioneveronesi.it/partners.html), così spericolatamente affrontato, mostrando a chi era in grado di comprenderla, tutta la sua imbarazzante nudità.
Lasciando da parte Enzo Capra le cui esternazioni non meritano menzione per manifesta inferiorità, abbiamo poi assistito all’impudica farsa tragica di Matteoli, senatore della Repubblica, del tutto incapace di capire, tra l’altro, ciò che Gianni Ghirga gli faceva notare. “Io non sono un tecnico né uno scienziato, - diceva il rappresentante del popolo italiano. - Io devo solo prendere decisioni.” Solo! Ecco: chi ha votato per lui sappia che le decisioni, decisioni che coinvolgeranno soldi, ambiente e salute per generazioni, sono prese da un incompetente confesso. Non che sarebbe andata meglio con Veltroni e la sua squadretta di guastatori, ma Altero Matteoli è ciò che ci tocca oggi.
Inutile dire di Fortini, l’uomo di Federambiente. Io sono fermamente convinto che non sia quel cretino che appare quando nega l’evidenza o quando sostiene l’insostenibile, ma, anzi, sia un uomo di grandissima intelligenza che conosce perfettamente i suoi polli. Un’intelligenza al servizio di una casta di affaristi sulla cui moralità mi astengo dall’esprimere giudizi di sorta, ma, dopotutto, da buon italiano, anche lui terrà di sicuro famiglia. E poi, il fatto stesso che, incalzato da una quasi eroica Ilaria D’Amico, abbia onestamente ammesso che senza la truffa dei CIP6 bisogna far pagare 200 Euro a tonnellata per fare un falò del pattume senza andare in fallimento, dimostra come non abbia abdicato del tutto.
Ermete Realacci? Beh, chi fa parte di Legambiente (e magari un giorno mi spiegherà perché) o chi ha votato per il suo partito dovrà renderne conto, se non altro, a se stesso.
Curiosa, ma non poi troppo per chi conosca il soggetto, è stata la posizione di Mario Tozzi. Il Proteo dal Martelletto si trasforma con la disinvolta rapidità di un Fregoli in funzione dell’ambiente in cui si trova: da testimonial ai lussuosi circenses di Hera, la multiutility che affumica parte della Pianura Padana, da occhiuto censore degl’interventi di Maurizio Pallante contro l’inceneritore di Brescia, da scrittore di un libro in cui si prende gioco di chi questi impianti non li digerisce, a sorprendente fustigatore di chi fino ad un attimo prima aveva difeso. Perché? Non sarà perché sta avendo, finalmente, qualche problema con il WWF di cui è - ma i casi della vita sono davvero curiosi – addirittura membro del comitato scientifico?
Insomma, tirando le somme e senza entrare in tanti particolari che meriterebbero approfondimento, pur con tutte le sue imperfezioni la puntata di ieri sera di Exit ha avuto del miracoloso. Complimenti davvero a Lisa Iotti che ha curato i servizi e ad Ilaria D’Amico che ha condotto splendidamente la serata, con il pensiero che va, per stridente contrasto, a Bruno Vespa.
P.S. Stasera alle 23.30 sono a Matrix (Canale 5)

Stefano Montanari

Pubblicato da Faber alle 14:59  
1 commenti
Nino Imbrici ha detto...

Tutto perfetto, finalmente una informazione degna di questo nome

10 maggio 2008 alle ore 09:52  

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